Nata in Iran da una famiglia di origini azero-iraniane, persiane e russe, si trasferisce con l'intera famiglia in Olanda nel 1992. Qui completa la formazione scolastica e si laurea in scienze della comunicazione, iniziando a pubblicare musica a partire dal 2012. Proprio nel 2012 viene edito il suo EP di debutto Zwartgoud, a cui fanno seguito Children of Silk e The Suspended Kid nel 2015. In questi anni il suo stile oscilla principalmente fra i generi Contemporary R&B e Trip Hop, che continueranno a caratterizzarla anche per gli anni successivi. Nel 2016 è protagonista del cortometraggio The Formula, il quale include al suo interno alcune sue canzoni. Dopo aver pubblicato vari singoli, nel maggio 2017 l'artista pubblica il suo album di debutto ISON, con cui entra nella classifica olandese. Il progetto viene realizzato come visual album, con video realizzati sotto forma di lungometraggio per una durata equivalente a quella dell'album. Sempre nel 2017 realizza il singolo Bebin, con il quale attacca la politica di Donald Trump nei confronti dell'immigrazione. Nei mesi successivi l'artista intraprende una tournée internazionale. Nel marzo 2018 pubblica l'EP The Calling, per poi intraprendere un'altra serie di concerti. Sempre nel 2018 vince due premi durante la manifestazione Shark Music Video Awards. Nel marzo 2019 pubblica il singolo Darkest Hour, definendolo l'inizio di una nuova fase della sua carriera. Segue l'anno successivo la pubblicazione del suo secondo album in studio Shabrang,con cui ottiene piazzamenti in varie classifiche nazionali. Nel 2022 pubblica l'EP Raving Dahlia; uno dei singoli estratti dal progetto, Everything Is Everything, vince il premio di migliori effetti speciali ai Berlin Video Music Awards.
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PILLOLE DELLA SUA MUSICA...
Il nome Sevdaliza ha un significato complesso: in arabo si può rendere con “bile nera”, in turco con “amore” e in portoghese con qualcosa che ha a che fare con la malinconia. «Questi tre…sono io!», disse qualche anno fa durante un’intervista pubblicata sulla rivista Dazed in occasione dell’uscita di ISON.
«Quest’album è una profonda lettera d’amore a me stessa, il mio Sacro Graal, che ho dovuto scrivere per avere fiducia nella vita e nell’amore, in me stessa e nel mio personaggio in quanto essere umano».
Per fronteggiare la pandemia, Sevdaliza ha rinunciato al tradizionale tour post-album a favore di un’esperienza virtuale unica, Colors of the Night, concerto trasmesso dal Royal Theatre de L’Aia.
“Joanna” è uno dei pezzi più vulnerabili scritti finora da Sevdaliza – per sua stessa ammissione realizzato in uno dei periodi più oscuri della sua vita –, una storia universale di amore non corrisposto: inizio epico con melodia di dulcimer e la voce che canta di un amore immortale, un amore che si nasconde in un luogo segreto, un amore affamato e ferito e dunque pericoloso.
Un momento intrigante è rappresentato dalla cover di “Gole Bi Goldoon”, pop song tradizionale incisa nel 1974 dalla cantante iraniana Googoosh, che nelle mani di Sevdaliza si trasforma nel racconto emotivo di un abbandono, col solo accompagnamento di piano e violino, per poi fondersi con la club track post-atomica “Darkest Hour”.
«C’è qualcuno là fuori in grado di farmi uscire dalla mia testa?» - “Habibi”
L’uso misurato dell’Auto-Tune rende affascinante “Habibi”, l’ultimo singolo che ha preceduto l’album, canzone che unisce i talenti di Sevdaliza e del suo produttore Mucky, soffice ballata per pianoforte scritta qualche anno fa a Beirut.
“Oh My God”, avant pop con la voce trattata di Sevdaliza e un basso profondo, fa riferimento alla guerra economica tra Stati Uniti e Iran e alle sanzioni imposte dai primi e risulta uno dei momenti migliori della raccolta, accompagnato da un video delizioso, composto com’è da immagini di Sevda bambina.
Spesso la musica di Sevdaliza è stata avvicinata a quella di FKA Twigs e questo paragone non l’ha aiutata. Shabrang, pur con le sue imperfezioni, ci restituisce un’artista consapevole delle proprie capacità, in grado di dipingere in maniera personale il suo mondo influenzato in egual misura da realtà e immaginazione.
«Voglio essere il tuo segreto, o almeno la sua custode» - “Eden”
GRAZIE A QUESTA FONTE: https://www.giornaledellamusica.it/dischi/sevdaliza-una-lettera-damore-se-stessa
(VANITY FAIR)