MARE ADRIATICO

MARE ADRIATICO
SAN BENEDETTO DEL TRONTO

MARE ADRIATICO

MARE ADRIATICO
ITALY

mercoledì 26 marzo 2014

OCULUS RIFT

Sono ingombranti, macchinosi, scomodi. Mettono pure un po’ d’ansia, gli Oculus Rift, a chi li prova per la prima volta: tagliano completamente i contatti col mondo esterno, immergono in una realtà nuova e inaspettata. E mentre si aspetta in coda per i dieci minuti di test, non è che ci facciano una gran figura quelli che li stanno provando: a girare la testa, muoverla vero l’alto o il basso come se cercassero di avvicinarsi a qualcosa che solo loro vedono. Nell’ultima versione, gli Oculus Rift montano uno schermo da 5 pollici in Full Hd, possono registrare il movimento della testa su sei assi, hanno una latenza di soli 30 millisecondi. Dati che si traducono così: immagini ben definite, grande accuratezza nel controllo dei movimenti, risultato più verosimile. Sullo schermo vengono visualizzate due immagini una accanto all’altra, una per ogni occhio, Delle lenti fanno sì che ad ogni occhio arrivi solo una delle due, e la leggera differenza che esiste tra loro serve a dare l’impressione della profondità. Gli Oculus Rift al momento funzionano con Mac, Pc e Linux, oltre che con Android. Non sono per ora compatibili con le normali console di gioco, e con la presentazione dei visori a realtà virtuale di Sony (Project Morpheus), è praticamente certo che non lo saranno con la PlayStation. Infilata la maschera, che è grande all’incirca come una da sub, messe le cuffie sulle orecchie, il viaggio finalmente inizia. Ci si muove con un normale gamepad, ma tutto il resto non ha niente di normale. In una simulazione di battaglie spaziali, vista all’E3, la più grande fiera mondiale dei videogiochi, i missili nemici arrivano da dietro, sfiorano le spalle, si schiantano contro un’astronave che non è solo lontana in prospettiva, ma persa nel vuoto cosmico. Il primo contatto con la realtà virtuale è un’esperienza emozionante, forse solo appena meno di un vero viaggio tra stelle e pianeti. Al Ces di Las Vegas era in mostra un nuovo prototipo, Crystal Cove, ancora più preciso e realistico. Stavolta il gioco consisteva in una specie di labirinto circondato da fiamme. Bastava spostarsi di poco perché si aprissero sotto i piedi voragini infocate. Ci si poteva perfino sporgere, per vedere più in basso la lava gorgogliante. Perché se il gamepad controlla la direzione, è poi muovendo la testa che il mondo intorno cambia, grazie a una serie di sensori integrati nel casco e a una videocamera esterna che funziona un po’ come la Kinect della Xbox. E anche qui l’esperienza era straniante: sembrava di essere diventati piccolissimi e caduti dentro una di quelle macchine goffe e misteriose che popolavano le sale giochi qualche decennio fa. Gli spezzoni di videogame visti finora erano poco più che pretesti per testare in funzionamento degli Oculus Rift: che intanto, come suggerisce anche Zuckerberg, si prestano a mille altri usi, dall’esplorazione virtuale di mondi lontanissimi fino alla comunicazione interpersonale. Così non stupisce se la reazione degli sviluppatori di videogiochi sia stata entusiastica e l’interesse del pubblico sempre crescente. Gli Oculus Rift sono ancora allo stadio di prototipo, e molte cose possono cambiare prima che arrivino sul mercato: in due anni di sperimentazione, i miglioramenti sono già stati numerosi, specie per la qualità dell’immagine, il peso e le dimensioni. Il nuovo modello per sviluppatori arriverà entro l’estate a 350 dollari, molto meno dei due miliardi pagati da Zuckerberg. Probabilmente saranno in commercio in versione definitiva nel 2015, ma ci vorrà parecchio perché diventino di uso comune. Sempre che Mark Zuckerberg miri davvero a questo. Potrebbe, ad esempio, voler rivoluzionare l’industria del cinema: per gli spettatori sarebbe possibile curiosare tra le scene, o vedere un film dalla prospettiva dei vari attori. O potrebbe usarli per chattare, magari attraverso Whatsapp, il servizio che ha acquistato il mese scorso per 19 miliardi di dollari. Oppure, nell'ambito del progetto Internet.org, il Ceo di Facebook potrebbe usare i visori a realtà virtuale per portare assistenza sanitaria specializzata dove i medici sono pochi e difficilmente raggiungibili. O ancora, adottarli per nuove forme di didattica interattiva, per teleconferenze, per tutti quei casi in cui sia impossibile un contatto diretto tra persone. A Zuckerberg non mancano né i fondi né le idee.

ARTICOLO PRESO DA "LA STAMPA", AUTORE "BRUNO RUFFILLI"

http://www.lastampa.it/2014/03/26/tecnologia/cosa-sono-e-come-funzionano-gli-oculus-rift-faL2Vl2o9palBGIwppqm7M/pagina.html 

 https://www.youtube.com/watch?v=fORsmplcqlc 
ARRIVEREMO A QUESTO...FILM "IL TAGLIAERBE"...(YOUTUBE)

martedì 4 marzo 2014

Nokia e Android

Durante il Mobile World Congress di Barcellona, Nokia ha ufficializzato i suoi primi terminali equipaggiati con Android: una mossa largamente anticipata dai rumor ma che, nonostante ciò, ha destato più di qualche perplessità. Com’è possibile che Microsoft a pochi mesi dall’annuncio relativo all’acquisizione del gruppo finlandese abbia concesso a quest’ultimo di “tradire” Windows Phone? Nokia, tramite Stephen Elop, ha cercato di chiarire la situazione spiegando che aveva bisogno di nuovi telefoni per coprire il segmento di mercato che si trova fra i Lumia e i suoi telefoni economici, gli Asha. Una via di mezzo (tendente più al low che al mid-range) che attualmente Windows Phone non sembra voler prendere in considerazione. "Nella fascia di prezzo, bassa, in cui Windows Phone non esiste o l’esperienza Lumia non può essere trasportata, avevamo bisogno di qualcosa che non prevedesse l’obbligo di creare un altro ecosistema. Con il progetto open source di Android abbiamo ottenuto anche il beneficio di avere tante app compatibili." Non è tardata ad arrivare nemmeno la reazione di Microsoft, che a dispetto delle previsioni è stata pacata e per certi versi favorevole al “passaggio” di Nokia ad Android. Queste le parole del vice presidente della divisione Communications, Frank X. Shaw: "Siamo lieti di vedere servizi Microsoft, come Skype, OneDrive e Outlook.com su questi dispositivi. Ciò offre l’opportunità di portare milioni di persone, in particolare nei mercati in fase di sviluppo, verso la famiglia Microsoft." Il progetto del duo Nokia-Microsoft è quindi quello di “avvicinare” gli utenti con telefoni low-cost, farli affezionare ai servizi sopracitati e sperare che questi ultimi passino a Windows Phone. Però potrebber non trattarsi di un piano a lungo termine. Il colosso di Redmond ha infatti sottolineato che la decisione di produrre terminali Android è stata di Nokia, la quale fino al termine del processo di acquisizione (atteso per le prossime settimane) agirà in completa indipendenza. Dopo, sotto la direzione di Microsoft, le cose cambieranno. Il destino del robottino verde in salsa finlandese è ancora tutto da scrivere. ARTICOLO DI ANDREA GUIDA "GEEKISSIMO"