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ITALY

mercoledì 20 novembre 2013

Biciclette: un database nazionale contro i ladri


Ogni anno in Italia vengono rubate 320 mila biciclette, pari all’8% di quelle circolanti

Incidere il proprio codice fiscale sul telaio della bici al momento dell’acquisto e poi registrare i dati di marca e modello associati al nome e cognome del proprietario su un database nazionale. È questa una delle proposte della Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab) per contrastare un fenomeno dannoso per le persone e per l’economia del nostro paese: il furto di biciclette.
Ogni anno, secondo le stime di Fiab, in Italia vengono rubate circa 320 mila biciclette su 4 milioni di pezzi circolanti (circa l’8% del totale). «Ormai è un fenomeno diffuso, a cui le persone rispondono con rassegnazione», afferma Giulietta Pagliaccio, presidente della Fiab. Non a caso, dall’ultima indagine condotta dalla stessa associazione, che ha coinvolto prefetture, capoluoghi di provincia e 4 mila cittadini ciclisti, è emerso che solo il 40% dei furti viene regolarmente denunciato.
Nella classifica delle paure dei ciclisti al primo posto c’è quella di essere investiti e subito dopo quella di essere derubati. Una preoccupazione che costituisce un disincentivo all’utilizzo della bicicletta e al suo acquisto per un danno economico, secondo Confindustria Ancma e Fiab, di 150 milioni di euro tra mancati introiti per l’industria e transazioni in nero. «Spesso, per timore di subire un furto, i ciclisti preferiscono comprare biciclette economiche di bassa qualità, che però sono meno sicure e che, spesso, sono prodotte al di fuori dell’Italia. Il nostro Paese realizza due ruote di grande pregio, che hanno un costo più elevato rispetto alla media. Per far ripartire questo settore, servirebbe garantire una maggiore sicurezza sull’acquisto e sull’utilizzo dei mezzi», evidenzia Pagliaccio.
Rubare una bicicletta è un reato. Il Codice penale (art. 624) lo punisce con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da 154 a 516 euro. Chi le vende, poi, si macchia del delitto di ricettazione, punito con la reclusione da 2 a 8 anni e con una multa da 516 a 10.329 euro. Di certo, non è semplice cogliere i ladri di biciclette sul fatto, ma queste sono le misure previste dalla legge. Non è al sicuro nemmeno chi compra mezzi rubati. E cioè chi non ne abbia accertata la legittima provenienza. Chi acquista mezzi «sospetti» può essere punito con l’arresto fino a 6 mesi o con un’ammenda non inferiore a 10 euro.
«In nessun Paese del mondo è stata trovata la soluzione», sottolinea Pierfrancesco Maran, delegato nazionale Anci per la mobilità. «Al momento, in Italia, ogni Comune gestisce questo problema con procedure diverse. C’è invece bisogno di un modello unico che definisca gli standard da adottare a livello nazionale». Alla luce di tutti questi dati, Fiab ha proposto di redigere delle linee guida condivise per combattere i furti e di attivare un sistema volontario di identificazione delle bici rubate attraverso la punzonatura del codice fiscale sulla bici e successiva registrazione dei dati del veicolo e del proprietario in un database pubblico.

corriere.it