MARE ADRIATICO

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO

MARE ADRIATICO

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ITALY

lunedì 5 settembre 2011

CIAO FREDDY



Farrokh Bulsara, noto come Freddie Mercury (Stone Town, 5 settembre 1946 – Londra, 24 novembre 1991), è stato un cantante, compositore e musicista britannico di origini parsi e indiane.
Membro fondatore dei Queen, rock band britannica nata nel 1970 di cui fece parte fino all'anno della sua morte, era noto per le sue esibizioni dal vivo e per il suo talento vocale. Come compositore, ha scritto brani come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don't Stop Me Now, It's a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions. Oltre all'attività con i Queen, negli anni ottanta intraprese la carriera da solista che lo portò a pubblicare due album, Mr. Bad Guy nel 1985 e Barcelona nel 1988, quest'ultimo frutto della collaborazione con il soprano spagnolo Montserrat Caballé, il cui omonimo singolo divenne l'inno ufficiale dei Giochi della XXV Olimpiade.
Malato di AIDS, è deceduto a seguito di una broncopolmonite sviluppatasi per via della deficienza immunitaria legata alla malattia stessa il giorno dopo la pubblica confessione del suo grave stato di salute.In suo onore, il 20 aprile 1992 venne organizzato il Freddie Mercury Tribute Concert, al quale parteciparono molti artisti musicali internazionali; i proventi dell'evento vennero utilizzati per fondare The Mercury Phoenix Trust, un'organizzazione impegnata nella lotta all'immunodeficienza umana. Mercury è considerato uno dei più grandi e influenti artisti nella storia del rock; nel 2008, il magazine statunitense Rolling Stone lo ha collocato al 18º posto nella classifica dei migliori 100 cantanti di tutti i tempi,mentre Classic Rock, l'anno successivo, lo ha classificato al primo posto tra le voci rock.
Gli ultimi anni di vita e la morte La Garden Lodge di Mercury a Earls Court, Kensington, Londra.Nel 1987 Mercury aveva abbandonato la sua vita pubblica, non organizzando più concerti e asserendo che un uomo di 40 anni non poteva saltare e cantare su un palco con una calzamaglia indosso.Alcune testate scandalistiche cominciarono a sospettare che Mercury fosse effettivamente malato; questi sospetti derivavano dall'aspetto del cantante, dall'improvvisa sospensione dei tour dei Queen e dalle confessioni di alcuni amanti pubblicate sulle pagine dei tabloid inglesi del tempo.Si fecero dunque sempre più rare le sue apparizioni pubbliche e Mercury si rifugiò sempre più nella Garden Lodge, la sua villa di Earls Court a Londra, costata oltre 4 milioni di sterline.Mercury nascose il segreto della sua malattia anche agli altri membri dei Queen fino al 1989, quando fu costretto a fare accertamenti clinici più specifici; durante questi esami, gli fu asportata parte di pelle dalla spalla sinistra e l'analisi confermò definitivamente la sua positività all'HIV. Sicuro della malattia, confessò la sua condizione agli amici più intimi nonché ai membri del gruppo.
Il 18 febbraio 1990, per ricevere un premio per il contributo dei Queen alla musica britannica ai BRIT Awards, Freddie Mercury fece la sua ultima apparizione in diretta.La crescente diffusione di notizie su una possibile malattia di Mercury, confermate dalla morte di Nikolai Grishanovich, un suo amante,portò il gruppo a diffondere un comunicato stampa ufficiale, nel quale smentiva ogni voce sul cantante. Poco dopo, Mercury si trasferì a Montreux, in Svizzera, dove affittò un appartamento, la "Duck House".La sua ultima apparizione in pubblico fu nel video della canzone These Are the Days of Our Lives, in cui il frontman appare molto dimagrito; il videoclip del brano, tratto dal suo ultimo album con i Queen, Innuendo, venne tuttavia reso pubblico solo dopo la sua morte, su sua precisa volontà.Mercury continuò a registrare canzoni, nonostante fosse molto debilitato dalla malattia e costretto a riposo per molte ore il giorno; solo circa un mese prima del suo decesso fu costretto da alcuni problemi polmonari a smettere di cantare, invitando gli altri membri dei Queen ad effettuare le ultime correzioni alle tracce registrate, per poterle poi pubblicare in seguito.
Freddie rientrò in Inghilterra ai primi di novembre 1991, per stare vicino ai suoi cari.Qui venne sottoposto ad alcune cure palliative, con medicinali che arrivavano di nascosto alla Garden Lodge;tuttavia il cantante diventò sempre più debole, non riuscendo ad alzarsi dal letto e cominciando a perdere la vista. Il 22 novembre 1991, Mercury convocò nella sua casa di Earls Court il manager dei Queen Jim Beach per redigere un comunicato ufficiale, che venne consegnato alla stampa il giorno successivo.




lunedì 25 luglio 2011

AMY WINEHOUSE ULTIME APPARIZIONI



DROGHE E ALCOL NELLA CASA DI CAMDEN. Processione dei fan che portano fiori
Winehouse, le ultime ore di follia
I tabloid : «Una notte di droga e alcol»
La madre della cantante: «Sentivo che sarebbe finita presto. Il giorno prima mi ha detto: "Ti voglio bene"»
Un «big one», una festa a base di alcol e droghe di vario tipo. I tabloid Daily Mail, Sunday Mirror e Daily Star hanno ormai sposato la tesi dell'overdose. Forse addirittura voluta. La morte di Amy Winehouse avvenuta nel pomeriggio di sabato sarebbero conseguenza di una notte di eccessi. I giornali popolari inglesi riportano tutti la medesima fonte anonime: «Amy - racconta il testimone, a quanto pare vicino di casa della cantante - sembrava determinata ad avere una serata alla grande venerdì notte. Era in giro a Camden la sera, ma sembrava sicura di voler continuare la festa a casa propria. Nessuno di noi sa chi era con lei nelle prime ore di sabato. Ma sballarsi era chiaramente la sua principale priorità quella notte». E così ha trovato uno spacciatore:«Ed ha comprato cocaina, chetamina ed eroina.
ECSTASY E ALCOL - Secondo alcuni amici della star, invece, la cantante sarebbe morta dopo aver ingerito una pasticca di ecstasy cattiva, mescolata a grandi quantità d'alcol. «È stata un'overdose da ecstasy. Lei poteva fare cocaina fino al mattino. Ma questa è stata chiaramente una pasticca cattiva», ha raccontato un amico della Winehouse al Sunday Mirror. Infini altri conoscenti della cantante raccontano di un'intera settimana di bevute. «Ha trascorso gli ultimi sette giorni a ubriacarsi e la gente diceva che stava bevendo a morte».
LA MADRE: SAPEVO SAREBBE MORTA - Questa pulsione per l'autodistruzione di Amy Winehouse era nota a molti. Ma per sua madre era una continua fonte di sofferenza. Janis Winehouse ha raccontato al Daily Mirror che ormai era solo una «questione di tempo». L'aveva incontrata 24 ore prima della sua scomparsa: «Ricorderò per sempre come mi ha salutata: "mamma ti voglio bene". Sono parole di cui farò per sempre tesoro», ha aggiunto. «Non è possibile. Sono completamente devastato», ha aggiunto il padre Mitch, in lacrime quando ha ricevuto la notizia della morte della figlia al suo arrivo a New York. Tassista e cantante, Mitch doveva esibirsi in un locale della cittá americana. Ma invece è salito sul primo aereo disponibile per tornare a Londra.
GLI AFFANNI SENTIMENTALI - Tra gli altri aspetti della vita di Amy Winehouse presi in considerazione in queste ore ci sono quelli sentimentali. La cantante era «inconsolabile» dopo la rottura con il fidanzato, il regista Reg Traviss, ricorda il Daily Mail, spiegando che la popstar si era ricoverata nella nota clinica londinese Priory dopo la separazione. Secondo il quotidiano, Traviss, che ieri è stato visto fuori casa di Amy, aveva cercato disperatamente di aiutare l'artista nella battaglia contro l'alcol, ma si era poi reso conto che non non avrebbe mai sconfitto i suoi demoni.
FIORI E BOTTIGLIE DI BIRRA FUORI CASA - Fiori, bigliettini, fotografie, messaggi. Ma anche bottiglie di wiskey o birre semiscolate. È l'omaggio dei fan, lasciato all'ingresso della villa Camden square.Molti dei sostenitori della Winehouse si recano anche in visita al suo pub preferito, il Camden's Hawley Arms. Intervistato da Sky News, il proprietario si è detto «profondamente rattristato» per la perdita della cantante, definita «una grande amica».

ARTICOLO RIPRESO DA: "IL CORRIERE DELLA SERA.IT ON LINE"

giovedì 23 giugno 2011

GIORNATA MONDIALE DEI PUFFI


FONTE:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2011/06/23/visualizza_new.html_813811757.html


Sabato giornata Puffi, in attesa del film
Tutti travestiti da nani blu, in decine di città in tutto il mondo.
ROMA - Per vedere i Puffi, nanetti ecologisti ma per la prima al cinema e anche tridimensionali, bisognerà aspettare il 16 settembre quando il film omonimo uscirà in Italia, da Warner Bros, girato da Raja Gosnell con una tecnica mista live action e animatronic. Intanto, poiché i puffi sono una passione trasversale sabato si celebra la giornata mondiale, in omaggio al creatore dei piccoli omini blu, Pierre Culliford in arte Peyo (25 giugno 1928 - 24 dicembre 1992). Columbia Pictures e Sony Pictures coordineranno un evento che vedrà coinvolte migliaia di persone, invitate a travestirsi da puffo nel tentativo di superare un divertente record da Guinness dei Primati: oltre 2510 puffi in giro per il mondo nell'arco di 24 ore.
L'evento interesserà città come Bruxelles, Atene, L'Aia, Dublino, Città del Messico, Panama, Varsavia, Mosca, Johannesburg, New York e Londra, coinvolgendo anche Francia, Svizzera, Islanda, Danimarca ed in particolare la Spagna con Jzcar, uno dei più famosi villaggi bianchi della provincia di Malaga in Andalusia, completamente ridipinto di blu. Nel film, i Puffi - fuggendo dal loro villaggio inseguiti dal perfido stregone Gargamella - si troveranno catapultati al Central Park di New York, dove faranno di tutto per sfuggire alle grinfie del loro storico nemico. Marc Weinstock, Presidente del Marketing Internazionale di Sony Pictures, spiega: "Sono pochi i personaggi ad esser diventati icone e tra questi i Puffi. E' da più di 50 anni che, attraverso generazioni, i Puffi fanno parte dalla cultura popolare. La creazione di Peyo è qualcosa di inossidabile".

martedì 5 aprile 2011

Buco dell'ozono, registrato dall'Esa


Una perdita record di ozono sull'Artico è stata registrata in marzo dal satellite Envisat dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Il fenomeno è stato causato da venti molto forti che hanno isolato la massa atmosferica sul Polo Nord, generando temperature molto basse. Questa massa d'aria fredda, per effetto della luce solare, ha rilasciato in marzo prodotti dei clorofluorocarburi (Cfc), come atomi di cloro e bromo, veri e propri distruttori dell'ozono.
L'ultima perdita record di ozono sull'Artico risale a 14 anni fa. Anche nel 1997, come nell'inverno di quest'anno, si erano registrate temperature insolitamente basse e il perchè questo sia accaduto è ancora da capire. Un'ipotesi all'esame dei ricercatori è che i due inverni così freddi siano correlati statisticamente al cambiamento climatico globale. I venti molto forti che hanno isolato la massa d'aria fredda sull'Artico sono noti come «vortice polare», l'area di bassa pressione che staziona in modo semi-permanente sul Polo Nord. Così isolata, la massa d'aria fredda non ha potuto mescolarsi con l'aria presente alle latitudini medie ed la sua temperatura si è abbassata progressivamente.
A circa 20 chilometri dalla superficie terrestre, la luce solare più intensa in marzo ha innescato la reazione che scinde i clorofluorocarburi (Cfc) nei loro componenti: il cloro e il bromo. Il cloro si lega quindi all'ozono e lo trasforma in ossigeno biatomico. È così che la concentrazione di ozono si riduce e, con essa, si assottiglia il filtro prezioso che protegge la Terra dagli effetti negativi dei raggi ultravioletti.
Nessun rischio per l'Europa. La perdita record di ozono sull'Artico registrata dal satellite europeo Envisat «non rappresenta alcun pericolo per l'Europa, nè tantomeno per l'Italia», ha detto il direttore per l'Osservazione della Terra dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), Volker Liebig. «Si può godere il sole primaverile senza timore di esporsi a raggi ultravioletti troppo aggressivi», ha aggiunto.
Nel frattempo sono 4 o 5 i satelliti che continuano a sorvegliare costantemente il fenomeno sul Polo Nord. Tra questi c'è ancora Envisat e un altro satellite dell'Esa, Metop. «Sono in grado di compiere osservazioni accurate e in modo costante, registrando i nuovi dati relativi a ozono e raggi ultravioletti, che saranno resi pubblici online, sul sito dell'Esa», ha detto ancora Liebig. In questo momento, ha aggiunto, è attiva soprattutto la collaborazione a livello europeo, ma è chiaro che l'obiettivo è «lavorare tutti insieme».
Le cause. L'ozono è un gas formato da tre atomi di ossigeno, che a livello del terreno è pericoloso per la salute a causa della sua grande capacità ossidante. Proprio questa caratteristica però lo rende indispensabile nella stratosfera, tra i 12 e i 50 chilometri di altezza, dove invece ha la funzione di assorbire in parte i raggi Uv solari. I principali imputati per la perdita dell'ozono atmosferico sono gli idrocarburi alogenati (i cosiddetti Cfc, o clorofluorocarburi), sostanze chimiche usate come refrigeranti dagli anni '30 del secolo scorso. Queste molecole sono praticamente inattive a livello della superficie terrestre, ma in grado di interagire con le molecole di ozono nella stratosfera, dove sono condotte dalla normale circolazione atmosferica e dove si fermano per circa 120 anni. I Cfc sono stati messi al bando nel 1987 dal protocollo di Montreal, entrato in vigore due anni dopo, che ha avuto un effetto immediato nei paesi occidentali, mentre alcune fonti sostengono chein Cina e India siano ancora usati.
Gli effetti sulla salute. Gli effetti di un eventuale buco dell'ozono sono più che altro a lungo termine, e sono legati agli effetti negativi dei raggi Uv, che verrebbero amplificati in caso di diminuzione dello schermo protettivo della stratosfera. Il principale effetto è l'aumento dei tumori della pelle dovuti all'esposizione, che cresce nelle zone più vicine al 'bucò, mentre per gli occhi il pericolo maggiore è la cataratta. Anche il sistema immunitario viene depresso da un'esposizione eccessiva a questi raggi.


FONTE CITATA: WWW.ILMESSAGGERO.IT

lunedì 14 marzo 2011

CALENDARIO F1 2022 UFFICIALE GP SKY

Calendario F1 2022

20 Marzo      Bahrain, Sakhir   	        16:00  
27 Marzo      Arabia Saudita, Jeddah	19:00  
10 Aprile      Australia, Melbourne	        07:00  
24 Aprile      Italia, Imola	                15:00  
08 Maggio    USA, Miami        	        21:30  
22 Maggio    Spagna, Barcellona	        15:00  
29 Maggio    Monaco, Monaco    	        15:00  
12 Giugno    Azerbaijan, Baku  	        13:00  
19 Giugno    Canada, Montreal  	        20:00  
03 Luglio     G. Bretagna, Silverstone	16:00  
10 Luglio     Austria, Spielberg	        15:00  
24 Luglio     Francia, Le Castellet	        15:00  
31 Luglio     Ungheria, Budapest	        15:00  
28 Agosto    Belgio, Spa-Francorchamps        15:00  
04 Settembre  Olanda, Zandvoort 	15:00 
11 Settembre  Italia, Monza     	15:00  
25 Settembre  Russia, Sochi     	13:00  
02 Ottobre      Singapore, Singapore        14:00  
09 Ottobre      Giappone, Suzuka  	07:00 
23 Ottobre      USA, Austin       	21:00  
30 Ottobre      Messico, Messico City      21:00  
13 Novembre Brasile, San Paolo	18:00  
20 Novembre Abu Dhabi, Abu Dhabi	  14:00  



sabato 12 marzo 2011

TRAGEDIA GIAPPONE...MORTE PER NUCLEARE TSUNAMI E TERREMOTO



Giappone, esplosione in centrale nucleare
La tv: allarme radiazioni, restate a casa
In ospedale tre persone contaminate. Il governo: situazione potenzialmente grave. I morti nel sisma potrebbero essere 2.000. A Minamisanriku 9.500 dispersi. No allarme tsunami per maggior parte Pacifico
Dopo il terremoto di magnitudo 8.9 e gli tsunami di ieri, in Giappone è l'ora dell'incubo nucleare. Intanto il bilancio del sisma supera la soglia dei mille morti: dopo che in mattinata si era parlato di almeno 700 vittime e quasi 10mila (secondo l'ultima stima), è stato annunciato il rinvenimento di 300-400 cadaveri nel porto di Rikuzentakata (nord est), travolto dallo tsunami seguito al terremoto.
Ci sono poi 9.500 persone disperse nel porto di Minamisanriku, nella prefettura di Miyagi. il numero dei dispersi rappresenta più della metà della popolazione totale della città. Minamisanriku si trova a circa 466 km a nord di Tokyo. Secondo diversi media la città è stata letteralmente «spazzata via» dalla tsunami.
A Fukushima, dove si trova una delle 55 centrali del paese, un'esplosione ha provocato il crollo della gabbia esterna di un reattore atomico ed è stato rilevato cesio radioattivo nei pressi dell'impianto. Nella centrale sono stati rilevati livelli di radioattività 1000 volte più alti della norma, all’interno della sala di controllo (le radiazioni ricevute in una sola ora da una persona corrispondono cioè al limite di radioattività che non deve essere oltrepassato in un anno). Nell’area esterna si sono registrati, invece, livelli 8 volte superiori alla soglia critica.
L'esplosione potrebbe essere di tipo convenzionale, molto potente, al punto che si sarebbe polverizzata la gabbia di esterna di contenimento di uno dei reattori. Alcuni impiegati sono stati feriti: 4 secondo Tepco, il gestore dell'impianto, molti di più secondo altre fonti. La conferma dell'esplosione è venuta dal confronto di due foto pre e post terremoto-tsunami: dalla seconda è del tutto scomparso la grande gabbia più esterna, fatta di cemento. Tutta da chiarire la dinamica degli eventi, perchè, citando fonti del ministero dell’Economia e Industria (Meti), la tv fa risalire l’esplosione alle 16.00 locali (le 8 in Italia). Un esperto di nucleare non ha escluso l’opzione di esplosione intenzionali.
Per raffreddare il reattore della centrale si sta usando acqua di mare, annuncia il portavoce del governo Yukio Edano, secondo il quale il reattore non è danneggiato e il livello di radiazioni non sta salendo. Secondo gli esperti questa procedura è prevista dalle norme di sicurezza delle centrali nucleari, a garanzia del funzionamento del sistema di raffreddamento di emergenza. Il fumo bianco che continua a fuoriuscire dalla centrale è vapore acqueo prodotto in seguito allo spegnimento del circuito primario che raffredda il reattore. In condizioni normali una centrale come quella di Fukushima viene raffreddata ad acqua: circolando attorno al reattore, l'acqua viene vaporizzata e il vapore viene poi fatto condensare. Quando il terremoto provoca lo spegnimento automatico della centrale, come è accaduto ieri, diventa necessario scaricare il vapore in eccesso nell'atmosfera. Secondo gli esperti è possibile che il vapore rilasciato sia debolmente radioattivo. Poichè il rilascio del vapore in eccesso rientra nelle procedure di sicurezza, anche i valori del materiale radioattivo eventualmente presente nel vapore rientra nei «normali rilasci autorizzati negli impianti nucleari». Solo nel caso di danni al reattore (ad esempio la fusione del combustibile) con il fumo può essere rilasciato un livello maggiore di materiale radioattivo. Una possibilità, quest'ultima, esclusa dal portavoce del governo.
La fusione potrebbe essere in atto «nel reattore n1 della centrale nucleare di Fukushima n1». La rilevazione del cesio radioattivo, annunciata dall’Agenzia, è di solito associata con gli elementi del combustibile e rappresenta un segnale di allarme, in quanto potrebbe essere rilasciato, ad esempio, per problemi al nocciolo del reattore. L'Agenzia sulla sicurezza nucleare ha definito comunque «improbabili» gravi danni al reattore.
La situazione alla centrale nucleare Fukushima I è «potenzialmente molto grave», ha detto un portavoce del governo, che ha poi esortato la popolazione a mantenere la calma. Le operazioni di evacuazione entro un raggio di dieci chilometri dalla centrale non erano state ancora completate quando si è verificata un'esplosione nell'impianto che ha provocato il crollo del tetto e dei muri.
Esperti russi considerano certo che a Fukushima sia in corso una fusione incontrollata, ipotesi molto probabile anche per i media giapponesi. La Russia ha ordinato un attento monitoraggio delle radiazioni nel suo estremo oriente.
Tre persone evacuate dalla zona della centrale sono state esposte a radiazioni. Lo riferisce l'agenzia Kyodo nel suo sito in inglese, precisando che le autorità stanno ampliando la zona di esclusione attorno alla centrale. I tre sono stati ricoverati in ospedale.
Dopo l’allarme lanciato per Fukushima N1, (la Fukushima-Daiichi), in seguito al quale il premier ha chiesto l’evacuazione di 45 mila persone, problemi di raffreddamento si sono verificati anche nella Fukushima-Daini, la N.2, comunica la Tokyo Electric Power Company. A non funzionare è in questo caso il sistema di raffreddamento di tre reattori. L’impianto in questione si trova a una distanza di 11 km dal primo. L'area è stata evacuata in un raggio di 20 chilometri e un'evacuazione è stata ordinata anche nei dieci chilometri attorno a Fukushima 2. La tv pubblica ha invitato gli abitanti delle zone limitrofe a non uscire di casa e tappare le finestre. Il governo ha riconosciuto l'esistenza di danni ma non ne ha spiegato l'entità. L'Agenzia Internazionale per la Sicurezza Nucleare (l'Aiea), in attesa delle informazioni chieste con urgenza, non ha lanciato alcun allarme.
Il tetto del reattore di Fukushima con forti problemi di tenuta dell’impianto di raffreddamento è crollato, conferma il gestore dell’impianto Tepco. L’Agenzia per la sicurezza nucleare ha spiegato che l’esplosione dell’impianto nucleare si è verificato durante le scosse di assestamento. Funzionari dell'agenzia per la sicurezza nucleare hanno spiegato che non si sono verificati gravi danni alla cassa del reattore, il contenitore del nocciolo. Le valutazioni poggiano sugli ultimi dati monitorati sulle radiazioni intorno alla struttura dopo la potente esplosione verificata nel pomeriggio.
La Tv: tappatevi in casa. La televisione pubblica Nhk ha invitato coloro che abitano nelle zone vicine alla centrale nucleare di Fukushima, oltre la zona già evacuata, di tapparsi in casa e chiudere le finestre. Secondo gli esperti, è necessario coprirsi naso e bocca con asciugami bagnati e lavarsi le mani non appena rientrati in casa. La gente deve inoltre evitare verdure, altri cibi freschi e acqua del rubinetto, prima del via libera delle autorità.
Sono almeno una ventina le scosse di magnitudo compresa tra 3 e 7 che sono state registrate nelle ultime dieci ore in Giappone, tra quelle sulla costa di nordest, già devastata ieri, e il nuovo fronte di Niigata-Nagano, sulla parte occidentale, che si è aperto a sorpresa durante la notte. Il terremoto più potente è delle ore 10.46 (le 2.46 in Italia), con una magnitudo di 6.4 ed epicentro individuato di fronte alla prefettura di Fukushima, nelle acque del Pacifico alla profondità di 40 km.
Un disastro «senza precedenti» da superare «tutti insieme». Lo ha detto il premier giapponese Naoto Kan, in conferenza stampa, dopo aver questa mattina fatto un sopralluogo sui luoghi distrutti dallo tsunami. «Il sisma ha causato uno tsunami più grande del previsto».
Cessato allarme tsunami per la maggior parte delle aree che si affacciano sull'Oceano Pacifico, ad eccezione di Alaska, British Columbia e Stato di Washington: lo rende noto l'Agenzia americana per gli Oceani e l'Atmosfera (Noaa), diramando quello che considera il suo ultimo bollettino di aggiornamento sullo tsunami scatenato ieri dal terremoto di magnitudo 8,9 che ha colpito il Giappone.
Lo tsunami ha attraversato tutto il Pacifico e il peggio è passato, tuttavia il Noaa avverte che nelle prossime ore forti correnti potranno continuare a provocare gravi danni sia alle imbarcazioni sia alle strutture che si trovano lungo le coste. A seconda delle particolari caratteristiche geologiche della costa, inoltre, in molte località potranno continuare a verificarsi variazioni nel livello del mare nelle prossime ore e perfino nei prossimi giorni.
Cresce il bilancio della vittime della violenta scossa di terremoto di magnitudo 8.9, seguita da uno tsunami, in Giappone. Secondo un bilancio aggiornato della polizia sono circa 1400 fra morti e dispersi. Le vittime potrebebro esere però duemile rispetto gli ultimi ritrovamenti. Almeno 613 persone sono morte in diverse regioni del nord e dell’est del Giappone. Fra queste vittime ci sono gli oltre 200 cadaveri trovati sulla spiaggia di Sendai, dopo essere stata investita da uno tsunami con onde altre più di 10 metri. A questi morti bisogna aggiungere 784 persone che al momento risultano disperse, mentre i feriti sono 1.128.
L'esercito giapponese ha annunciato di aver ritrovato 300-400 cadaveri nel porto di Rikuzentakata (nord est), travolto dallo tsunami seguito al devastante terremoto che ieri ha colpito il Giappone. Il porto di Rikuzentakata - situato nella prefettura di Iwate, una delle più colpite dallo tsunami di ieri - è stato completamente inondato. Le immagini della distruzione di Rikuzentakata, in cui si vede questa onda gigante che travolge ogni cosa al suo passaggio, hanno subito fatto il giro del mondo.
Oltre 215.000 persone sono state fatte evacuare verso aree protette nel nord e nell’est del Giappone. Lo ha annunciato oggi la polizia.
Sani e salvi i passeggeri della nave scomparsa. A bordo c’erano 81 persone che, secondo l’agenzia di stampa Jiji, sono state soccorse dagli elicotteri dell’esercito e della guardia costiera. La nave si trovava al largo della prefettura di Miyagi al passaggio dell’onda anomala. Appartiene a una impresa di costruzione navale del porto di Ishionomaki.
Molti giapponesi nelle aree a rischio tsunami hanno trascorso la notte all'addiaccio sui tetti più alti di scuole, ospedali ed edifici pubblici.
Il governo ha intanto mobilitato 50mila soldati che si aggiungono agli operatori civili dei soccorsi. Circa 900 soldati e 250 veicoli vengono trasportati nelle aree colpite grazie alle navi delle forze militari americane di stanza in Giappone. Il Giappone ha impegnato 190 aerei e 25 vascelli nelle operazioni di soccorso, rese più difficiili anche dalla minaccia di nuovi tsunami in seguito alle scosse di assestamento. Intanto si cominciano a contare i danni delle case distrutte.
A Rikuzen Takata, una cittadina costiera di 25mila abitanti che risulta fra le più colpite, sono state distrutte almeno 5mila degli 8mila case dell'abitato.
A Minami Soma, nella prefettura di Fukushima, le case distrutte sono 1800. Oltre 210mila persone sono state alloggiate nei centri di emergenza nel Giappone settentrionale e orientale, ma migliaia di altre sono rimaste senza tetto nella gelida temperatura invernale.

FONTE: WWW.IL MESSAGGERO.IT


E QUESTA E' UNA TRAGEDIA NUCLEARE...MA SE ACCADESSE DA NOI ORA CHE IL GOVERNO VUOLE IL NUCLEARE?...RIFLETTIAMO!...CON IL REFERENDUM SI PUO FERMARE QUESTA PAZZIA!...

venerdì 21 gennaio 2011

L'INQUINAMENTO CI UCCIDERA' PIANO PIANO

HO VISTO SU CURRENT UN SERVIZIO AGGHIACCIANTE DI COME IN ALCUNE ZONE DELLA TERRA SI STIANO VERIFICANDO INGENTI DANNI DA INQUINAMENTO...ORA VI PROPONGO UN VIDEO DA YOUTUBE

martedì 4 gennaio 2011

Esiste un'altra Terra nell'Universo

NEW YORK (1° ottobre) - «Lassù potrebbe esserci qualcuno». Magari non nella forma di un essere umano, magari neanche nella forma di qualche animale terrestre. Ma a venti anni luce dal nostro pianeta, c’è un altro pianeta che ha «il cento per cento delle possibilità di aver sviluppato la vita». E questo corpo celeste che sta causando un’eccezionale ondata di entusiasmo nel mondo scientifico ha un nome molto poco romantico: Gliese 581, dal nome della stella intorno alla quale ruota, Gliese.
Lo hanno scoperto due astronomi specializzati nella ricerca di pianeti, Steve Vogt dell’Università di California a Santa Cruz, e Paul Butler della Carnegie Institution di Washington. I due ricercatori hanno avuto il supporto di una squadra di astronomi svizzeri, che li hanno aiutato nei loro calcoli. E sono calcoli complicatissimi, che si basano in gran parte sui lievissimi spostamenti delle stelle che provano l’esistenza di una forza gravitazionale esercitata dai pianeti.
Gliese 581 è - in termini astronomici - nel cortile di casa nostra. Si trova nella costellazione della Bilancia. Il suo sole è uno dei 100 miliardi di stelle che popolano la Via Lattea, e dista da noi ”appena” venti anni luce, cioè quasi 200 mila miliardi di chilometri, vale a dire un milione e duecentomila volte la distanza che c’è fra la Terra e il Sole. Eppure, gli strumenti di cui oggi la scienza astronomica può avvalersi ci informano che questo pianeta con una massa corporea tre volte il nostro si trova a quella distanza dalla sua stella in cui l’acqua sulla sua superficie non congela e non bolle. Cioè: Gliese 581g orbita intorno al suo sole abbastanza vicino perché l’acqua non diventi ghiaccio, ma non tanto che il calore eccessivo la faccia evaporare. Insomma, una distanza simile a quella che divide noi dal nostro Sole. E l’acqua è l’elemento di base di ogni forma di vita.
A differenza della Terra tuttavia, questo nostro gemellone resta immobile sul proprio asse, quindi mostra alla sua stella sempre la stessa faccia. E questo significa che una metà di Gliese 581 è gelida ed è sempre buia, mentre l’altra ha sempre luce ed è tiepida: «Direi che ci deve essere un clima che ci permetterebbe di circolare in maniche di camicia» ha detto il professor Vogt.
L’entusiasmo per Gliese 581 è più che comprensibile. Dal 1995, quando fu confermata l’esistenza di altri pianeti oltre a quelli del nostro sistema solare, non si è mai trovato un corpo celeste che potesse essere ospitale per lo sviluppo della vita. In questi 15 anni sono stati identificati con certezza circa 200 pianeti. Ma in genere si tratta di palle di roccia gelida o giganti gassosi. Anche la stella Gliese ha altri pianeti in orbita, anch’essi inospitali come i nostri compagni del sistema solare. Quelli più vicini alla stella sono troppo caldi, e quelli più distanti sono palle di ghiaccio. E poi c’è 581, il pianeta «probabilmente abitato da qualche forma di vita».