FONTI: Autore: Nils Arnold; Art: Lucas Lemuth; Illustrazioni: Cyprian Lothringer;
https://www.bmw.com/it/innovation/come-funzionano-le-auto-a-idrogeno.htmlhttps://www.bmw.com/it/innovation/come-funzionano-le-auto-a-idrogeno.html
san benedetto del tronto scienza stardust asromacalcio natura e altro materiale originale fantastico...music 4ever...:)
FONTI: Autore: Nils Arnold; Art: Lucas Lemuth; Illustrazioni: Cyprian Lothringer;
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Nata in Iran da una famiglia di origini azero-iraniane, persiane e russe, si trasferisce con l'intera famiglia in Olanda nel 1992. Qui completa la formazione scolastica e si laurea in scienze della comunicazione, iniziando a pubblicare musica a partire dal 2012. Proprio nel 2012 viene edito il suo EP di debutto Zwartgoud, a cui fanno seguito Children of Silk e The Suspended Kid nel 2015. In questi anni il suo stile oscilla principalmente fra i generi Contemporary R&B e Trip Hop, che continueranno a caratterizzarla anche per gli anni successivi. Nel 2016 è protagonista del cortometraggio The Formula, il quale include al suo interno alcune sue canzoni. Dopo aver pubblicato vari singoli, nel maggio 2017 l'artista pubblica il suo album di debutto ISON, con cui entra nella classifica olandese. Il progetto viene realizzato come visual album, con video realizzati sotto forma di lungometraggio per una durata equivalente a quella dell'album. Sempre nel 2017 realizza il singolo Bebin, con il quale attacca la politica di Donald Trump nei confronti dell'immigrazione. Nei mesi successivi l'artista intraprende una tournée internazionale. Nel marzo 2018 pubblica l'EP The Calling, per poi intraprendere un'altra serie di concerti. Sempre nel 2018 vince due premi durante la manifestazione Shark Music Video Awards. Nel marzo 2019 pubblica il singolo Darkest Hour, definendolo l'inizio di una nuova fase della sua carriera. Segue l'anno successivo la pubblicazione del suo secondo album in studio Shabrang,con cui ottiene piazzamenti in varie classifiche nazionali. Nel 2022 pubblica l'EP Raving Dahlia; uno dei singoli estratti dal progetto, Everything Is Everything, vince il premio di migliori effetti speciali ai Berlin Video Music Awards.
WIKIPEDIA
PILLOLE DELLA SUA MUSICA...
Il nome Sevdaliza ha un significato complesso: in arabo si può rendere con “bile nera”, in turco con “amore” e in portoghese con qualcosa che ha a che fare con la malinconia. «Questi tre…sono io!», disse qualche anno fa durante un’intervista pubblicata sulla rivista Dazed in occasione dell’uscita di ISON.
«Quest’album è una profonda lettera d’amore a me stessa, il mio Sacro Graal, che ho dovuto scrivere per avere fiducia nella vita e nell’amore, in me stessa e nel mio personaggio in quanto essere umano».
Per fronteggiare la pandemia, Sevdaliza ha rinunciato al tradizionale tour post-album a favore di un’esperienza virtuale unica, Colors of the Night, concerto trasmesso dal Royal Theatre de L’Aia.
“Joanna” è uno dei pezzi più vulnerabili scritti finora da Sevdaliza – per sua stessa ammissione realizzato in uno dei periodi più oscuri della sua vita –, una storia universale di amore non corrisposto: inizio epico con melodia di dulcimer e la voce che canta di un amore immortale, un amore che si nasconde in un luogo segreto, un amore affamato e ferito e dunque pericoloso.
Un momento intrigante è rappresentato dalla cover di “Gole Bi Goldoon”, pop song tradizionale incisa nel 1974 dalla cantante iraniana Googoosh, che nelle mani di Sevdaliza si trasforma nel racconto emotivo di un abbandono, col solo accompagnamento di piano e violino, per poi fondersi con la club track post-atomica “Darkest Hour”.
«C’è qualcuno là fuori in grado di farmi uscire dalla mia testa?» - “Habibi”
L’uso misurato dell’Auto-Tune rende affascinante “Habibi”, l’ultimo singolo che ha preceduto l’album, canzone che unisce i talenti di Sevdaliza e del suo produttore Mucky, soffice ballata per pianoforte scritta qualche anno fa a Beirut.
“Oh My God”, avant pop con la voce trattata di Sevdaliza e un basso profondo, fa riferimento alla guerra economica tra Stati Uniti e Iran e alle sanzioni imposte dai primi e risulta uno dei momenti migliori della raccolta, accompagnato da un video delizioso, composto com’è da immagini di Sevda bambina.
Spesso la musica di Sevdaliza è stata avvicinata a quella di FKA Twigs e questo paragone non l’ha aiutata. Shabrang, pur con le sue imperfezioni, ci restituisce un’artista consapevole delle proprie capacità, in grado di dipingere in maniera personale il suo mondo influenzato in egual misura da realtà e immaginazione.
«Voglio essere il tuo segreto, o almeno la sua custode» - “Eden”
GRAZIE A QUESTA FONTE: https://www.giornaledellamusica.it/dischi/sevdaliza-una-lettera-damore-se-stessa
Il futuro potrebbe essere un luogo più rassicurante da abitare, se è vero che, come va dichiarando attraverso i suoi portavoce l'azienda farmaceutica Moderna, potremo presto combattere il cancro e altre invalidanti malattie usando i vaccini.
Paul Burton, direttore sanitario dell'azienda divenuta famosa ai più durante la pandemia, ha dichiarato al Guardian in esclusiva di essere convinto che avremo vaccini contro diversi tipi di tumori, contro i problemi cardiovascolari e molte patologie autoimmuni o malattie genetiche rare già nel 2030. Il CoViD-19 ha infatti messo il turbo alla tecnologia a mRNA, accelerando di una quindicina di anni filoni di ricerca in corso da tempo.
«Penso che saremo in grado di offrire vaccini personalizzati contro il cancro che funzionino per diversi tipi di tumore alle persone di tutto il mondo» ha detto, decisamente sbilanciandosi, Burton, aggiungendo che saranno «molto efficaci, e salveranno molte centinaia di migliaia, se non milioni, di vite». L'orizzonte temporale dichiarato per l'azienda è di cinque anni appena.
Il punto, ha detto Burton, è «riuscire a individuare con certezza la causa genetica di una malattia». Ciò permetterebbe di sfruttare la stessa tecnologia a mRNA che abbiamo messo in campo contro il covid per insegnare alle cellule del nostro corpo a produrre l'esatta proteina capace di scatenare il sistema immunitario contro la patologia che si vuole combattere.
Nel caso dei vaccini personalizzati contro il cancro, tutto comincerebbe da una biopsia del tumore del paziente, da inviare in laboratorio per individuare le mutazioni genetiche caratteristiche delle cellule malate e non presenti in quelle sane.
Si arriverebbe così alla fase di selezione, in cui un algoritmo identifica quali sono le mutazioni che guidano la crescita del tumore e che potrebbero sollecitare la risposta del sistema immunitario contro di esso. A questo punto si potrebbe creare una molecola di mRNA (RNA messaggero: il materiale genetico che contiene le istruzioni per la sintesi di nuove proteine) che contenga la ricetta per creare le proteine principali (antigeni: proprio come la spike del SARS-CoV-2) che causino una risposta immunitaria.
Dopo il vaccino, le istruzioni contenute nell'mRNA verrebbero usate dall'organismo per produrre frammenti di proteine identici a quelli trovati sulle cellule tumorali. Il sistema immunitario li userebbe per imparare a distruggere ogni cellula con quelle specifiche caratteristiche e a quel punto passerebbe a eliminare le cellule malate.
Lo stesso principio potrebbe servire a preparare vaccini contro malattie rare fino a oggi non trattabili, condizioni autoimmuni o malattie cardiovascolari perché, continua Burton, «penso che abbiamo imparato negli ultimi mesi che se qualcuno pensava che i vaccini a mRNA fossero soltanto per le malattie infettive, o soltanto per il covid, ora è evidente che non è così».
Nello stesso vicino futuro potremmo anche immaginare che i pazienti vulnerabili alle infezioni respiratorie vengano protetti da diverse patologie (per esempio covid, influenza e virus respiratorio sinciziale) con un'unica iniezione. A gennaio la Moderna aveva annunciato i risultati molto promettenti di un trial clinico di un vaccino a mRNA contro il virus sinciziale.
Anche altre aziende farmaceutiche (come Pfizer-BioNTech) lavorano per sfruttare la tecnologia a mRNA così efficace contro il Covid in altri ambiti di cura. Gli scienziati sono concordi nel ritenere che si debba capitalizzare l'accelerazione avvenuta in questi ultimi anni dirigendo grandi investimenti nel settore, per non perdere la spinta propulsiva. Solo così la pandemia potrà lasciare in eredità anche qualcosa di buono.
https://www.focus.it/autori/elisabetta-intini
FONTE: https://www.focus.it/scienza/salute/avremo-vaccini-contro-il-cancro-e-le-malattie-cardiache-entro-il-2030
(WIKIPEDIA)
(AGGIORNATO A DICEMBRE 2021)
Sono decenni che scienziati da tutto il mondo studiano l’RNA, nonostante le difficoltà tecniche legate alla struttura stessa della molecola.
Mentre il DNA è una molecola a doppio filamento e quindi stabile, l’RNA in natura si ritrova più frequentemente come un singolo filamento che lo rende facilmente degradabile.
Esistono tre tipi diversi di RNA, comuni a tutti gli organismi cellulari e tutti coinvolti nella sintesi delle proteine:
Pochissimi studiosi avrebbero scommesso sul futuro terapeutico dell’RNA messaggero, ma oggi sono proprio queste molecole che stanno facendo la differenza.
L’RNA messaggero è stato scoperto nel 1961. Ricopre un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dell’essere umano, essendo indispensabile per produrre le proteine.
La ricetta per la produzione delle proteine viene “custodita” sì nel DNA, ma è poi l’RNA messaggero che la distribuisce in tutte le cellule dando informazioni circa il momento e il luogo di produzione.
L’RNA messaggero è quindi una sorta di postino che trasmette importanti messaggi alle cellule. Da qui nasce l’idea negli anni ’90 di utilizzare degli RNA messaggeri sintetici a scopo terapeutico: introdurre all’interno delle cellule un’informazione, l’RNA messaggero per l’appunto, per produrre una proteina terapeutica.
Il primo grosso limite che i ricercatori hanno dovuto fronteggiare è stata l’instabilità dell’RNA e la sua tendenza a degradarsi velocemente. Infatti, mentre il DNA è un acido nucleico costituito da un doppio filamento, organizzato in una doppia elica, che conferisce quindi a questa molecola una grande stabilità, l’RNA, invece, è una molecola a singolo filamento, più fragile.
Il rischio è che venga rapidamente “demolita” prima ancora di aver portato il messaggio all’interno delle cellule.
Grazie alla scoperta delle nanotecnologie, è stato possibile superare questo ostacolo: inglobando le delicate molecole di RNA all’interno di piccolissime bolle di grasso (nanoparticelle lipidiche), queste riescono a raggiungere la loro destinazione ancora integre. Lo strato di grasso si fonde con la membrana esterna delle cellule così che le molecole di RNA messaggero vengano rilasciate all’interno della cellula stessa.
Negli anni ’80 è stata prodotta la prima molecola di mRNA sintetico: l’allora neolaureato Robert Malone riuscì a far produrre alle sue cellule di laboratorio la proteina di suo interesse. Come? Mescolando le molecole di RNA appena sintetizzato a goccioline di grasso. Da lì l’ipotesi: se le cellule riescono a produrre proteine a partire da mRNA che viene dall’esterno, si può considerare l'RNA un farmaco?
Qualche anno dopo, questo traguardo ha spinto la biologa ungherese Katalin Karikò e l’immunologo Drew Weissman a sviluppare un vaccino a mRNA per l’HIV. Successivamente i due scienziati capirono che bastava semplicemente modificare la struttura di uno dei mattoncini che costituiscono l’RNA per placare la risposta infiammatoria innescata nei modelli animali da queste piccole molecole.
La ricerca e lo sviluppo di vaccini a mRNA venivano però considerati ancora troppo costosi dalle aziende farmaceutiche. Fino al 2000, quando nacquero BioNTech e Moderna. La piattaforma a mRNA è stata presa in considerazione per lo sviluppo di vaccini contro agenti patogeni infettivi, soprattutto dopo i tanti fallimenti dei vaccini convenzionali (vedi l'HIV-1, il virus dell’herpes simplex e il virus respiratorio sinciziale).
Fu subito chiaro quanto i vaccini a mRNA soddisfino i requisiti di un vaccino clinico ideale: sicuro, versatile e di veloce disegno, progettazione e produzione, anche su larga scala. La ricerca sui vaccini a mRNA ha raggiunto il suo picco tre anni fa, in tempi non sospetti.
I campi applicativi dei vaccini a mRNA vanno oltre il Covid-19: la ricerca sta prendendo in considerazione lo sviluppo di vaccini di questo tipo che combattano anche altri coronavirus e altre malattie infettive. Così come i virus dell’influenza, dell’herpes, dell’epatite C, dell’HIV, della malaria, e per il morbo di Lyme. Ed infine nulla toglie che in un futuro non troppo lontano si sviluppino vaccini anche contro malattie genetiche rare, orfane di cura.
Mentre i vaccini a mRNA per il Covid-19 stimolano la nostra risposta immunitaria per proteggerci dal virus (prevenzione), un vaccino a mRNA per i tumori stimola il sistema immunitario dei pazienti ad attaccare le cellule tumorali (terapia).
È stato dimostrato, infatti, che i vaccini a mRNA sono in grado di scatenare sia una risposta anticorpale per combattere il “nemico”, come nel caso del Covid-19, sia una risposta cellulare. Sono proprio le cellule T quelle che possono annientare le cellule tumorali, grazie alle informazioni ricevute dalle molecole di RNA messaggero.
Un vaccino a mRNA nel settore oncologico prende di mira le nuove proteine che si formano sulle cellule tumorali quando si verificano specifiche mutazioni nel DNA, chiamate neoantigeni. I neonatigeni rappresentano una specie di firma personale in ciascun paziente. Per questo motivo rappresentano una vera sfida non solo dal punto di vista della tecnologia vaccinale ma anche dal punto di vista della medicina personalizzata.
Inizialmente la piattaforma del vaccino a mRNA di BioNtech era stata sviluppata e testata nell’uomo come vaccino sperimentale in 13 pazienti affetti da melanoma nel 2008. La risposta immunitaria innescatasi in seguito a vaccinazione è stata molto elevata e il rischio di sviluppare nuove lesioni metastatiche si è significativamente ridotto.
Moderna, invece, aveva sviluppato un vaccino a mRNA per tumori solidi. Usato in combinazione con un inibitore del checkpoint (che rende il sistema immunitario “disinibito”), il vaccino è stato in grado di ridurre il tumore in sei pazienti su 20.
Quando il nuovo coronavirus SARS-CoV2 ha cominciato a diffondersi in tutto il mondo destando molte preoccupazioni, Moderna si è subito messa all’opera per sviluppare un prototipo di vaccino non appena la sequenza del genoma del virus è stata resa nota. Insieme al National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) degli Stati Uniti ha avviato studi preclinici e clinici in meno di dieci settimane.
Anche la BioNTech, dopo aver deciso di collaborare con la Pfizer, ha avviato trial clinici già nel marzo 2020, passando dai primi test all'autorizzazione in emergenza in meno di otto mesi.
Al contrario di quanto dichiarano tante fonti attraverso fake news, non sono state assolutamente saltate tappe fondamentali nel processo di sviluppo e autorizzazione di questi vaccini. Anzi, la velocità con cui sono stati ottenuti i vaccini è da attribuirsi al bagaglio scientifico e tecnologico acquisito negli anni e alla grossa quantità di risorse economiche, sia pubbliche che private, messe a disposizione in tutto il mondo.
Non dimentichiamoci inoltre del grande sforzo messo in atto dagli enti regolatori per valutare la documentazione messa a disposizione dalle industrie farmaceutiche al termine di ogni fase di ricerca clinica. Nella scienza e nella medicina, infatti, non esistono scoperte “inattese”: tutto si basa su anni e anni di ricerca, fatta di successi, fallimenti e tanti imprevisti. Grazie a queste solide fondamenta è stato possibile sviluppare in tempi record i primi vaccini basati su mRNA per fermare la diffusione del Covid-19.
Un vaccino ha lo scopo di stimolare il sistema immunitario a difendersi da determinate malattie, “presentandogli” l’agente patogeno in via preventiva.
Oggi la maggior parte dei vaccini è a base di virus attenuati o morti.
I vaccini a mRNA, invece, usano un codice genetico, quello contenuto appunto nella molecola di RNA messaggero, per istruire le cellule del nostro corpo a produrre proteine che poi il sistema immunitario riconoscerà come estranee producendo anticorpi e in seguito cellule della memoria.
Per sapere come funziona, leggi qui.
L’ansia maggiore di questo ultimo periodo deriva dal dubbio di eventuali effetti indesiderati a lungo termine di questi "nuovi" vaccini a mRNA.
La letteratura scientifica riguardo a questo approccio innovativo non riporta esempi di effetti a lungo termine, in quanto il tempo di permanenza di una molecola di mRNA all’interno dell’organismo è davvero breve. La loro naturale instabilità fa sì che vengano eliminate rapidamente, entro due giorni dalla somministrazione.
La campagna vaccinale è iniziata da quasi un anno e oggi si contano più di sette miliardi di persone che hanno ricevuto una dose o la vaccinazione completa con tutti i vaccini a disposizione. In Italia stime aggiornate riportano che i vaccini somministrati maggiormente sono stati proprio quelli a mRNA (Pfizer e Moderna). Al momento non sono stati registrati segnali di allarme comparsi a distanza di tempo dall'inoculazione: il sistema di sorveglianza continuerà sempre a monitorare la loro sicurezza a scopo precauzionale, così come si fa per qualsiasi altro farmaco.
Fonti:
The tangled history of mRNA vaccines
FONTE: https://www.marionegri.it/magazine/vaccini-a-mrna
'ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI IRCCS
Raffaella Gatta - Content Manager
In collaborazione con Susanna Tomasoni - Laboratorio Terapia Genica e Riprogrammazione Cellulare - Dipartimento di Medicina Molecolare'